9.27.2006

Buon Compleanno!

Tanti auguri fulminata!
Un post solo per te in questo giorno importante, sono molto contento di averti conosciuta, non ci sono cosi tante matte "positive" come te in giro... eheheh
Veramente, spero che per te sia un giorno felice e soprattutto il primo giorno di un lungo anno ricco di soddisfazioni! Spero che tutti i tuoi desideri e le tue ambizioni possano essere realizzate, spero che ogni giorni il tuo sorriso sia sempre presente sul tuo volto. Te lo meriti proprio, sei una ragazza solare, gioiosa, allegra e completamente fuori di testa! Mi fai ridere sempre, mi tieni serena quando parlo con te, sei uno spettacolo!!!
Ti auguro che il tuo carattere non cambi mai, neanche ora con un anno in più! ... magari cerca solo di limitare i casini che combini! eheheh
Un abbraccio

9.25.2006

Scrivo una lettera per te

Ehi micia…
come stai? E’ un po’ che non ci sentiamo, non ti chiamo mai e tu non lo hai mai fatto… e ora anche gli sms sono rarissimi.
Io sto bene, ho ormai ripreso i ritmi antecedenti alla primavera e all’estate… che sono stati sconvolti dal tuo passaggio e dal periodo particolare per il mio lavoro… Invece ho mantenuto le abitudini meno felici, come quella di passare alcune notti senza riuscire a dormire.. Ho appena incominciato a preparare i piani lavorativi per la nuova stagione, ho spesso alcune cosucce lasciate indietro nei mesi scorsi da fare e il solito tempo libero per i divertimenti… anche se la voglia non è proprio nei suoi momenti di massima! Le giornate sono semplici, passano come se fossi in un gioco, posso fare di tutto, posso stravolgerle come mi pare, in ogni momento posso cambiarle, oppure posso lasciarle passare come una lunga folata di vento.. in fondo va bene così, perché anche se a volte non mi viene la vita che voglio, e anche se le cose non vanno sempre come mi piacerebbe, non mi lamento e mi faccio bastare quello che ho. Tanti sogni, ricordi, ambizioni e speranze. Sarebbe fantastico riuscire in tutto ed essere sempre in forma, ma... si deve crescere, e bisogna imparare anche a soffrire, convivere con quello che non si può cambiare, saper lottare e imparare.
Questa sera, al contrario delle solite domeniche, sono rimasto a casa. Ho sentito qualche amico, ma non avevo voglia di far niente, non stasera. Stasera sono qui, davanti ad un computer... Forse ci metterò un po’ per farti capire quello che sto cercando di dire, e non so neanche perché lo voglia fare, ma so che poche parole non mi basteranno.
Questa è una di quelle sere in cui hai bisogno di stare un po’ da solo con te stesso, a pensare, e a riflettere se il mondo ti piace per come è o se lo odi per come non è. Non avevo voglia di parlare con nessuno, se non con una persona che è partita da tempo e non rivedrò mai più... Allora mi sono chiesto per un sacco di tempo perché proprio lui, e chi lo ha deciso, e perché il destino lo ha fatto trovare li in quel preciso secondo... poi ho guardato un film, l’avrò già visto dieci volte, un capolavoro di un regista che è partito anche lui per lo stesso posto, e alla fine mi sono soffermato a pensare come potesse essere questo luogo, sempre che ci sia, come ci si arrivi, e quanto grande possa essere, e se da li si parte poi per altre mete o se si rimarrà li per sempre, e se si rimarrà con le persone che già conosciamo o se anche li si debba ricominciare daccapo..
Però anche prima di stasera ero abbastanza pensieroso.. ormai è passato molto tempo e se prima non avevo voglia di ripensare a quello che ti ho detto e quello che è stato, ora i ricordi si fanno da soli più chiari e precisi, solo ora mi vengono in mente certe cose che ho vissuto ma non avevo notato.
Dopo un paio di settimane che non lo vedevo, ieri sera ero a cena a casa di mio fratello, ero nervoso, senza un particolare motivo, e non ero di compagnia. Ho pensato che non volevo pensarci. Lui ha provato un paio di volte ad attaccare discorso, ma l’ho interrotto sempre bruscamente. Ci è abituato, perché a volte io sono così. Abbiamo cenato praticamente in silenzio, poi sono uscito.. fuori faceva caldo, la sera mi è sembrata più buia dopo una calda ma autunnale giornata di sole... sfruttando le ultime occasioni dell’anno la gente si radunava ancora nelle piazze, nei vicoli una sfilata di ragazze, nelle strade un carnevale di belle automobili, quelle sportive che vanno da un semaforo all’altro in tre secondi, quelle, come la mia, che si accontentano di arrivare a destinazione. Ho posteggiato e sono entrato nel solito bar, vi ho trovato le solite persone, tutte note ma nessuna veramente conosciuta, tutti col bicchiere in una mano e la sigaretta nell’altra, tutti ben vestiti e freschi come se non avessero fatto altro che oziare e riposarsi per tutta la giornata...
A un tavolo in fondo ho riconosciuto una mia amica, mi sono sentito sollevato e mi sono seduto. “Non mi hai ancora raccontato di come ti è passata l’estate!?!” ha esordito. In questi giorni l’avrò raccontato venti volte a platee diverse, ormai mi annoio anche un po’ nel farlo. Ma a nessuno ho mai parlato di te. A dire il vero, se ci pensi bene, è sempre stato tutto nascosto e misterioso all’esterno il nostro rapporto. Forse indecifrabile anche per noi. Ma a questa mia amica non interessava minimamente dove sono stato a fare il bagno, che temperatura aveva l’acqua e quante volte mi sono ubriacato negli ultimi mesi. Ha voluto sapere solo le cose “vere”, concrete, quelle che mi resteranno dentro. Ha voluto sapere di me, e se avessi trovato qualcuno che meritasse di essere ricordato. E io ho parlato di te, ma senza avere le idee chiare in testa. Ho parlato solo io, per un sacco di tempo, poi ho smesso, perché sono arrivati altri nostri amici al tavolo, ma non ho dimenticato. E allora ti scrivo solo per dirti... che forse non ti ho conosciuto benissimo, che non so come tu sia veramente al di là di quello che ho voluto vedere io e che mi hai mostrato tu, e non so nulla del tuo passato se non quelle poche cose che mi hai voluto raccontare. E tu sicuramente puoi dire la stessa cosa di me.
Però siamo stati quasi tre mesi insieme tutti i giorni e certe cose penso di averle intuite, non sei troppo brava a nascondere le sensazioni che provi.. e allora ti scrivo quello che volevi sapere una sera mentre sul mio divano mangiavamo quella mega insalata e in quel momento non avevo voglia di dirti...
Sei una ragazza dolcissima ma molto forte, sembri sempre felice e non ti lamenti mai. E’ una qualità fantastica in un mondo di “piangine”. Sembra che non ci sia persona o situazione che ti faccia star male, però non so se interiormente sei così stabile o se ogni tanto, quando magari sei sola, ti sfoghi un po’... Sei molto positiva, trasmetti serenità e in un certo senso equilibrio a chi ti sta vicino. Del tuo sorriso e del tuo musetto ti ho già scritto una volta, però ho notato che benché tu sorrida spessissimo hai diversi tipi di sorrisi.. quelli diciamo speciali, che dedichi raramente e in situazioni particolari (qualcuno però l’ho visto anch’io...) possono cambiare l’umore di chi ti sta di fronte. Mi ricordo ancora la prima volta che ti ho visto (mi ricordo perfettamente la prima volta che ho visto tutte le persone a cui tengo veramente), e ti guardavo incuriosito e sono subito rimasto attratto dalla tua personalità da non so neanche io quale misteriosa forza.
Ci sono fatti, sensazioni, ci sono tante cose, tante, che mi fanno scrivere queste righe a una ragazza che magari non frequenterò mai più ma che sento... ecco... molto simile a me.. ci sono persone.. ci sono canzoni... film... ci sono ideali e sogni che segnano le tue giornate... quelle dei 25-30 anni... quelle che ricorderai per sempre, a volte con nostalgia, a volte con allegria... quelle che forse di così belle non ce ne saranno mai più. Ecco, insomma, ogni volta che sento una canzone dei Negrita e mi viene la pelle d’oca, ogni volta che vedo una partita e mi emoziono come un bambino, ogni volta che rido o piango, ogni volta che riguardo le fotografie e ripenso a quella volta.... una parte di me è in quel cd, in quel palazzetto e nell’anima di quelle persone che erano li con me.
Non so se leggerai mai questa lettera, mi basta averla scritta. Più avanti ti chiamerò, poi un giorno leggerò qualche sms in cui mi dici che le cose ti vanno per il verso giusto e sarò felice per te...
Quindi… scusa la lunghezza, ma volevo solo dirti questo, anche tu, il tuo sorriso, anche se non ti ho conosciuto a fondo, siete quella parte di me, che nessuno forse potrà mai vedere, ma nemmeno cancellare.. ecco, credo di essere riuscito a dire quello che volevo... insomma, sono rimasto colpito, nel modo forse più bello che ci sia... nel cuore.
Ciao Piccola, tieni botta.

9.19.2006

Il giorno di dolore che uno ha

Ci sono dei giorni "normali" in cui fai le solite cose, sul lavoro, a casa, la solita routine... e sembrano proprio giorni normali, che scorrono senza particolari sussulti e senza espisodi che rimarranno nella tua storia... sono giorni un po' anonimi, in cui sembra tutto fermo e in cui i tuoi pensieri volgono già a domani. Poi può capitare che scoppi una scintilla, magari leggere una frase che ti fa venire in mente qualcosa, una battuta fuori posto, o anche solo vedere per sbaglio una vecchia immagine immagazzinata da qualche parte nella tua mente, di quelle che eri convinto di avere già buttato giù e invece cazzo sono sempre li più nitide e presenti di quello che credevi e a tirarle fuori fanno male, dio solo sa quanto fanno male... Ecco, il tuo giorno normale e anonimo è andato a puttane perchè adesso non c'è proprio verso di cancellarlo dalla testa quel chiodo fisso che ancora fa uscire sangue e l'umore cambia, la rabbia dentro di te cresce ed è strano perchè è una rabbia che hai già provato per quella particolare situazione e quindi dovrebbe essere già passata da tempo e invece è ancora li e tu sei li a chiederti perchè e dopo qualche ora la risposta non ce l'hai ancora, ma non hai neanche la voglia e la capacità di mettertela via cosi e quindi perdi ancora tempo a cercare di capire dove e quando hai sbagliato, ma quella è l'unica cosa che sai e sai anche che accettare i tuoi errori è una delle cose più difficili di questo mondo, perchè tu sei perfetto e ti basterebbe avere quella possibilità... peccato che quando poi la possibilità ce l'hai, ed è anche una di quelle in cui speravi di più e per cui non stavi neanche combattendo tanto, e la butti nel cesso... beh, non è colpa del destino o di qualcun altro. Sei stato proprio tu a fallire miseramente. E quando poi ci pensi bene e ti rendi conto che è almeno la terza volta che commetti lo stesso errore con tanta superficialità e leggerezza, capisci che alla fine è giusto se ora sei li a tormentarti perchè proprio non si riesce a spegnere quella luce e cercare di dormire e la cosa più sensata che rimane da fare è quella di sfogarsi su uno stupido blog. E allora questo giorno di dolore può finire in un modo solo, per sfinimento, quando proprio non ne hai più per andare avanti a pensare e a scrivere. E domani? Domani l'amarezza sarà minore, anzi ci sarà la voglia di rimboccarsi le maniche e cominciare a pensare a come andare a prendersi una seconda opportunità. Poi nel giro di qualche giorno sarà tutto passato, ricacciato magicamente in fondo ai tuoi pensieri, i giorni torneranno normali, quelli più belli e quelli più brutti, e questa notte non te la ricorderai più. Ma quel cazzo di macigno che cerchi continuamente di nascondere a te stesso è sempre li e prima o poi tornerà fuori e sarai ancora qui a raccontare un nuovo giorno di dolore... fino a quando non lo distruggerai, fino a quando non farai qualcosa di ancora migliore o più importante, fino a quando non ti sarai convinto di avere imparato il tuo errore... sperando che questa sia la volta giusta. E adesso lo sai, adesso dentro di te è tutto chiaro, adesso se potessi tornare indietro si che faresti quel fottuto sforzo in più che sapevi di dovere fare, invece indietro non si torna, troppo semplice, adesso invece sei li da solo a pensare a dove saresti potuto essere arrivato ora e come puoi cancellare tutto questo. Ma non lo cancellerai mai, se ti va bene potrai riprovarci e fare meglio, se no... cerca di imparare dai tuoi errori e aspetta il prossimo treno, sperando che sia quello per un viaggio bello almeno quanto quello appena perso e, soprattutto, aperando che arrivi...

"Se mai vi venisse data una seconda possibilità nella vita, dovete andare fino in fondo." Lance Armstrong

9.15.2006

Iron

Mi ricordo come se fosse ora la prima volta che ti ho visto in quella calda primavera del 2004... bellissimo, vivace, intelligente e con una forza bestiale nel guidare quel maledetto guinzaglio... la tua padrona provava una passione smisurata per te, quindi non ha fatto molta fatica a trasmettermi con foto e descrizioni tutto l'affetto che saresti comunque riuscito a conquisstarti da solo nel giro di pochi incontri... Non ho mai avuto un cane, ho sempre amato i boxer e devo ammettere che per te ho sempre avuto una particolare simpatia. Mi piace illudermi del fatto che dopo un po' anche tu avessi iniziato a riconoscermi e a volermi bene, o forse eri cosi affettuoso e giocherellone con tutti, ma lasciami almeno l'idea di essere stato un privilegiato... Quanti ricordi Iron, la gita al lago con quei maledetti cigni che proprio non volevano saperne di avvicinarsi per farti giocare meglio, un agguato premeditato su un prato al termine del quale ho dovuto andare dritto sotto la doccia tanto era stato il tuo piacere nel passare la tua lingua calda e umida su di me... e poi a casa tua, tutte le pose da "miss", i giocattoli sempre a portata di mano e il tuo lettino di cui eri particolarmente geloso... quando salivo a trovarla c'eri sempre tu dietro la porta ad accogliermi e anche sotto casa, dove dominavi tutto e tutti con la tua espressione attenta e vigile su qualunque cosa... quella volta che l'hai quasi offesa perchè sei saltato addosso prima a me che a lei... ehehe lo sai che hai una padrona gelosissima di te... La casa nuova, quando quasi bisognava supplicarti di non abbaiare di notte, la tua nuova brandina... ammetto che mi mancavi nei periodi in cui lei mi lasciava un po' in disparte e che mi sei sempre stato molto simpatico, anche se proprio non ti piaceva quando il guinzaglio lo tenevo io... Fino all'ultima volta... eri particolarmente agitato... "dai Iron non mi leccare che ho appena fatto la doccia.... è tardi, giocheremo la prossima volta, dobbiamo andare a prendere gli altri che oggi andiamo al lago... io ho proposto di portare anche te ma come si fa? Poi dovremmo starti dietro tutto il giorno e addio giornata tranquilla..."
"Sono preoccupata, la zampa si è gonfiata ancora". "Stai tranquilla è già successo altre volte, vedrai che non è niente e l'aria di montagna gli farà bene". E invece cazzo se ci ripenso ho il magone ancora adesso... e quando l'ho saputo non sono riuscito a trattenere una lacrima. E pensare che l'avevo chiamata io per sfogare un mio dolore personale e mentre piagnucolavo... mi ha detto di quest'altra mazzata... non ci volevo credere. Vedi Iron, è difficile da spiegare... io mi ero affezionato, mi mancherai molto e ti ricorderò sempre con affetto... ma per lei era diverso... tu eri molto più di un semplice boxer, tu eri un membro della famiglia, anzi eri il Re... affettivamente eri tutto quello che lei potesse desiderare, sempre pronto a farti accarezzare e a donare il tuo calore. Sempre pronto a tirarla su di morale nei giorni bui, sempre bello e forte come solo tu sapevi apparire. Io ci ho provato Iron a starle vicino, ma non sono stato molto bravo, le servirà del tempo perchè tu eri veramente qualcosa di insostituibile. "Piccola Miss"... nel suo cuore c'è un vuoto immenso che mai si potrà colmare, io vorrei comunque ringraziarti perchè so che molte volte nella tua semplicità sei stato tanto più bravo di molte persone che avrebbero dovuto esserle vicino. E scusala se ora non riesce a consolarsi sapendoti con Connor...

9.11.2006

Balle Spaziali

Sono le 4.43 di notte. Ho visto "Balle Spaziali". O meglio, ho rivisto "Balle Spaziali". Credo per la 278volta... penso di saperlo quasi a memoria quel film. E allora perchè cazzo continuo a rivederlo? Claro, perchè mi fa sempre ridere, è un capolavoro. "Balle Spaziali" un capolavoro? Certo che si, quanto film visti e rivisti negli anni fanno sempre ridere? Pochi... Fare un film drammatico è più facile. Guarda quante storie e spunti ci sono ovunque nella vita di tutti i giorni, basta leggere un giornale che c'è una tragedia per pagina... ma quante cose oggi ci fanno ridere? Poche, pochissime direi. "Balle Spaziali" fa ridere, tanto. E non è un film stupido. Le battute sono sofisticate. I personaggi hanno fatto storia... Lord Casco Nero, Rutto, Stella Solitaria, Colonnello Nunziatella, Yogurt... E le battute... pazzesche, su internet girano anche su MP3... Ridere mi fa bene, le persone che mi fanno ridere mi fanno bene.

Le cose che non ti ho mai detto...

Era bello.... sarebbe stato bello... era bello solo illudersi parlando di te, perchè io in te vedevo proprio qualcosa di irraggiungibile... Era bello fare di tutto anche solo per incrociare uno sguardo, cambiare i miei orari per sapere di essere lì nella stessa tua aula. A volte il caso... ti ho vista subito, la prima persona che mi è rimasta impressa nel primo giorno di quel nuovo mondo... e poi anni dopo l'ultimo contatto con quel mondo. Chissà come sarebbe andata se non fossi partita, anche senza innamorarti... avremmo avuto tante cose da condividere allora, la possibilità di girare il mondo, di fare scelte comuni. Magari mi avresti portato su un'altra strada, in fondo così non sarebbe stato possibile... la domenica si va al lago, a visitare le città, al mare o in montagna. La domenica è fatta per stare assieme e riposarsi, svagarsi dopo una settimana sui libri... la pallacanestro è una passione infantile, per non parlare del calcio poi... e poi giochi già al venerdì sera, non capisco perchè il sabato sera o la domenica perdi ancora così tanto tempo per una squadra di basket... già... spesso me lo sono chiesto anch'io.
Quanti anni sono passati da allora? Non me lo ricordo neanche più, 7 credo. Forse era il 1999... si, a memoria direi di si. Quello che invece ricordo bene è da dove venivo prima di te. Avevo trovato all'improvviso la voglia di inseguire un sogno... rinunciando alla classica "prima storia seria" dei 18 anni, quella con una persona che stravede per te ma che sai già che non è la tua verà metà e che presto o tardi vorrai qualcosa di diverso. E a 18 anni, ma anche ora che ne ho 27, penso fosse giusto sbatterci la testa, tanto prima o poi sarebbe successo comunque. E allora tanto valeva provarci, capire che i sogno sono belli perchè sono nostri e proprio come li vogliamo dentro di noi, e quando crediamo di tirarli fuori cazzo se ci facciamo male... E in quel momento il mio sogno era così forte... e assurdo... avevo capito per la prima volta che là fuori siamo soli e non abbiamo niente di cui poter essere veramente certi a parte noi stessi... è una lezione dura da imparare quando ti credi ancora invincibile... ecco proprio li sei arrivata tu, e dopo quel duro colpo magari ero un pochino più maturo di prima e tu allora eri così perfetta per me... Sono cresciuto ancora un po' in quei mesi e per questo volevo dirti grazie. Voglio anche che tu sappia che per te ho scritto una delle cose più belle che abbia mai creato e in fondo sono contento di averlo fatto proprio per te, che mi apprezzi ancora adesso a distanza di anni. E proprio a quella lettera ho pensato poco tempo fa, quando mi sono deciso dopo un sacco di tempo a riscriverne un'altra per un'altra persona... e cazzo lei mi ha dato ancora meno soddisfazioni di quante me ne avevi date tu all'epoca... e quella sera che dovevamo fare una rimpatriata per la festa della nostra Università e io me ne sono dimenticato... ero li a casa mia con lei e tu mi hai chiamato e per due volte non ho ti ho risposto perchè non avevo voglia di dovere giustificare la mia assenza e poi mi fai sempre quelle domande personali, mi infastidiscono... Ci ho pensato.... c'era lei, ora lei non c'è più, un domani ci sarà un'altra, ma di certo non voglio che ci sia più tu, perchè io sono cambiato e ora che mi fai tutti quei discorsi strani che non capisco mai dove vuoi arrivare... ora cosa vuoi che ti dica. Ho bisogno di avere intorno persone vivaci, esuberanti, che fanno casino, che mi danno serenità.... volevo dirti che con te avrei potuto passare parte degli anni più belli della mia vita, ed è un peccato che tu sia partita proprio allora, ma adesso che un giorno mi dici che accetti di sposarlo e il giorno dopo dici che sei infelice e vuoi mollare tutto io non ti capisco più.. e se vuoi un consiglio guardati dentro bene perchè secondo me non ci stai capendo niente neanche tu.

9.10.2006

Silvio Ferrarese, il "Signore dei Canestri"

Taglio, finta sulla linea di fondo, il blocco è li, preso, palla, arresto e tiro da 3. Canestro. Cazzo Silvio segni sempre, ma come fai. Mai stato proprio un fulmine di guerra, ma quando con la tua statura normale spunti da quel blocco tandem e la palla arriva lì è una sicurezza, bomba... solo rete. Penetrazione, arresto rigorosamente con il piede destro verso l'interno, sempre ricadendo verso destra... come marchio di fabbrica e ciuff... e se arriva l'aiuto in tempo è ancora più bello perchè segni anche saltando all'indietro e io proprio non capisco come fai a non sbagliarlo mai quel tiro. Ad avere 10 centrimetri in più saresti stato di un altro pianeta, altro che B1 e B2... Attento in difesa, grintoso, giù su quelle gambe così normali... e poi una delle cose più belle e scriteriate... intercetto sulla linea di passaggio, contropiede e arresto e tiro da 3, senza rimbalzo, con buona pace dei coach, ma hai ragione tu quello è il tuo tiro a percentuale più alta perchè rinunciarci? Vent'anni di carriera, solo poche squadre da fare grandi perchè chi ti prendeva non ti faceva più andare via... e come dargli torto... Guardia dal tiro mortifero, atleta di grande senso morale e serietà, il primo ad arrivare in palestra, il lavoro e l'etica professionale sempre in cima alle tue priorità... Sei partito da bambino da un oratorio di Genova, e sappiamo che Liguria e il basket non sono proprio fatti per stare insieme... Persona meravigliosa, di altri tempi, dominatore di tutte le categorie arrivato con costanza fino ad arrivare all’esordio in A2 nella stagione 2001-2002 a 34 anni suonati, ma da Capitano... e per di più di una squadra che in quella categoria ricorderanno a lungo, is true Horace Jenkins? Cazzo Silvio mi ricordo che quell'anno avevi più entusiasmo di un ragazzino alle prime armi, la voglia di giocare finalmente con degli americani in un campionato con la televisione, il pubblico quello vero e i tabellini sulla Gazzetta dello Sport. Non che gli anni precedenti non avessi trovato la tua gloria... qualche campionato lo hai vinto pure tu e sempre da leader. Mai una parola fuori posto, una polemica con nessuno, perfetta capacità di adattamento alla squadra e alla categoria. Il cuore e la tecnica di un Campione in un corpo normale, giocatore indispensabile per chiunque... Mi ricordo quando siamo diventati amici... tornavamo da Gorizia, vinto di 5 ma 0/6 al tiro da dietro l'arco per un totale di 1/15 nelle ultime 3 partite... quella spalla che faceva maledettamente male e un campionato da vincere a qualunque costo... il coach che voleva tagliarti, il Presidente che si è opposto subito... Ferrarese non si tocca. Cazzo Silvio quanto piangevi quel giorno, sembravi un bambino. 0/6 per chi viene da una quindicina di campionati finiti sempre intorno al 40% da 3 è un macigno pesante da digerire. Testa bassa, lavoro in palestra, c'è voluto un po' di tempo ma alla fine hai vinto tu, quella maledetta spalla faceve ancora male ma tu eri più forte e quella palla ha ripreso a bucare la retina. Del resto se uno fa sempre 500 punti a campionato non è un caso... Oggi quanti anni hai... ne compirai 39 a San Valentino... e sei ancora li, in serie C, a mettere le tue strisce di canestri dolorosissime per tutte le difese... sempre cadendo all'indietro verso destra... questi che giochi ora si chiamano minuti di qualità, ma se fosse per te ne giocheresti sempre 40 a partita... Sei un atleta e un personaggio unico, "Noi abbiamo Silvio nel cuore" come hanno cantato per anni i tuoi tifosi...

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Regalo di Natale


di Pupi Avati
E' la notte di Natale, di certo non la notte ideale da passare con gli amici a giocare a poker, ma i vizi sono vizi ed è bello soddisfarli di nascosto e così Ugo (Gianni Cavina) coinvolge con la scusa di una rimpatriata i suoi amici più stretti in un piano che in realtà studia da mesi. Per salvare la sua situazione economica pressoché disperata si farà aiutare dai suoi amici di sempre Lele (Alessandro Haber) e Stefano (George Eastman) a ripulire le tasche dell'avvocato Santelia (Carlo Delle Piane), giocatore incallito molto ricco che si dice non sappia resistere alle tentazione di giocare pesante anche quando non è il momento. Per fare tutto questo, però, ha assolutamente bisogno di Franco (Diego Abatantuono), il suo migliore amico di gioventù, giocatore abilissimo che però non gli parla più dal giorno in cui scoprì una relazione dell'amico con sua moglie. Con la collaborazione di Lele, alla fine anche lui deciderà di unirsi al gruppo, non proprio con l'intento di mettere una pietra sul passato, anzi forse per prendersi una rivincita. E forse non sarà il solo...
Il film si apre con una voce fuori campo che in prosa racconta la storia di Ugo e Franco accompagnato da uno splendido sottofondo musicale di pianoforte e da immagini in bianco e nero di gioventù dei due attori (Cavina e Abatantuono). Un preludio estremamente romantico per un film amaro e sprezzante che lascia addosso una sensazione di estrema crudeltà, quasi di incredulità, la stessa che compare sul volto di alcuni dei protagonisti alla fine del film. Un cast di attori straordinari, su tutti Abatantuono alle prese con il suo primo ruolo serio, ma forse il suo look era all'epoca ancora troppo riconducibile al "Ras del Quartiere" e l'associazione di idee in certi momenti ha reso difficile trattenere la risata. Carlo Delle Piane è spiazzante ed imperturbabile, in una storia che non ha una sbavatura, in cui non c'è una battuta fuori posto ed un'inquadratura che non sia fondamentale per catturare la tensione che si respira al tavolo da gioco. Le riprese sono alternate, a volte dal centro del tavolo a giro sui primi piani ed a volte dall'esterno, da dietro le sagome degli attori, invitando lo spettatore a scrutare le loro carte e a carpire qualche indizio dalle loro espressioni; a volte si fa fatica a credere che non sia una partita vera.
La bellezza del film però sta tutta nella maestria di Avati nel motivare le scelte dei partecipanti 'flashando' i momenti cruciali della partita di poker con numerosi tuffi nel passato, in situazioni e stati d'animo che i protagonisti vivono in quegli attimi di indecisione come spine nel fianco, come per prendere dai brutti ricordi il coraggio per affrontare scelte difficili del presente. Un film che gira talmente intorno ai due protagonisti, alle loro personalità ed alla loro storia che tutto il resto è solo un grottesco contorno. Una partita di poker, questa, che rappresenta per alcuni l'arma di rivalsa attesa per anni nei confronti della vita e delle invidie, forse l'ultima occasione per dimostrare all'altro di essere il migliore, il più furbo, il più spietato. Di certo con "Regalo di Natale" Pupi Avati ha fatto al cinema italiano un bel regalo, ha scoperto il grande talento drammatico di Diego Abatantuono (Nastro d'Argento per Migliore Attore non protagonista nel 1987), ha confermato l'immensa bravura di Carlo Delle Piane in un ruolo difficile ma allo stesso tempo cruciale, tanto quanto gli altri due e per il quale ha vinto il Premio per il Migliore Attore al Festival di Venezia nel 1986. Le immagini finali del film vi resteranno nel cuore, soprattutto a coloro che dall'amore e dall'amicizia hanno spesso avuto delle grandi delusioni.
E' sempre più facile distruggere che costruire, specialmente quando si tratta della fiducia nelle persone che ami.

Il Poker

Tutto sommato stava girando abbastanza bene, pochi euro sopra quelli investiti per iniziare a giocare... se si gioca come facciamo noi tra amici lo scopo è quello di divertirsi e stare insieme, bere qualche birra e sparare quattro stronzate. Non siamo nelle condizioni di giocare grosse somme di denaro e neanche ci interessa farlo, ma mettere su un tavolo una cinquantina di euro un paio di volte al mese ha il suo fascino se ami questo gioco, considerando che molto raramente si perdono tutti... una volta ne vinci 30, una volta ne perdi 40... più o meno quanto si spenderebbe andando in discoteca e bevendo un paio di cocktail o anche solo passando la serata girando per i bar... di vincite grosse qualcuna ce n'è stata, gente che è uscita con 130-150 euro di utile da una partita, ma sono casi rarissimi... e alla fine credo che negli anni vincite e perdite si siano sempre compensate. Giochiamo per divertirci e stare insieme non per cercare di diventare ricchi. Ecco, ieri sera era una serata normale, ci stavamo divertendo e vincite e perdite erano come al solito contenute. Parte un giro "all'americana", che per i profani consiste nel poter utilizzare per il proprio punteggio un certo numero di carte scoperte sul tavolo, comuni e utilizzabili da tutti i giocatori, oltre alle classiche 5 carte che ognuno custodisce gelosamente in mano. In questo particolare gioco è piuttosto facile ottenere dei punteggi alti, visto l'alto numero di carte a disposizione, ed è anche piuttosto intuibile capire di che livello sono i punteggi degli altri giocatori, basandosi sulle carte che sono sul tavolo e sulla grandezza delle puntate. Il piatto di questa "americana" ha cominciato a diventare interessante quando sono state scoperte quasi tutte le carte sul tavolo, c'erano tre Re, il che vuol dire che quasi sicuramente qualcuno aveva in mano Poker di Re. Io ero messo piuttosto bene, con diverse carte di fiori che si incastravano tra loro e presto la fortuna mi ha messo in mano una Scala Reale. Normalmente nel gioco del poker con una Scala Reale non perdi, a meno che non sei o uno sfigato da competizione o giochi contro dei professionisti. Però in una mano "all'americana" non è proprio così scontato e infatti sul tavolo c'erano diverse carte di quadri, peraltro alte, che potevano far ipotizzare una Scala Reale più alta della mia. Scoperte tutte le carte e fatti i vari rilanci sapevo che anche lui aveva in mano una Scala Reale, e che questa era più alta della mia, era evidente da come si era messa la partita. Potevo risparmiare circa 25 euro e abbandonare la mano o vedere quella maledetta Scala, essere sicuro che non ci fossero bluff o che non c'era qualche punto comunque buono ma non così alto che mi era stranamento sfuggito all'occhio per cui lui potesse giocare... Se sei un amante del poker e hai in mano una Scala Reale non puoi non giocare la mano, anche sapendo già di perdere. Puoi solo sperare che le varie puntate non si alzino cosi tanto di farti lasciare più soldi del dovuto, ma comunque andrai a vedere quel punto, non c'è possibilità di rinunciare. E' un regola morbosa che accetti nel momento stesso in cui ti siedi al tavolo, sai già che al verificarsi di determinate situazioni tu rimarrai impotente in balia delle carte e del fascino dell'azzardo. Ho messo quei 25 euro sapendo già di perderli, ma non avevo altre possibilità, neanche volendo. Ci ho anche pensato... che cazzo potrei fare con quei soldi? Ci mangio una pizza in più questa settimana, o posso comprarmi un libro oppure posso vedere quelle 5 carte di quadri tutte vicine... l'asso, il re, la donna, il fante e il dieci... non tutti possono capire quello che si prova in questa situazione, ma non c'è possibilità di ragionarci sopra. Credo che sia questo il motivo per cui si legge ogni giorno di tante persone che buttano nel cesso un patrimonio per questo maledetto gioco o uno dei suoi simili... credo sia questo il motivo che rende tanto più un interessante vedere un qualunque evento sportivo se ci fai una scommessina sopra... Non sono malato, intendiamoci, e non rischio mai grosse somme se non questi pochi euro a un tavolo di amici. Non mi metterei mai a giocare contro gente che non conosco o somme che reputo troppo alte, ma avete presente "Regalo di Natale"... uno dei miei film preferiti, un capolavoro del cinema italiano... un film sui tradimenti e sulle delusioni dell'amicizia e dell'amore... intorno a un tavolo di poker... ecco io a distanza di anni continuo a chiedermi che cosa avesse in mano l'Avvocato e ho aspettato quindici anni il seguito del film per scoprire... che ancora non ce l'hanno fatto sapere! Abatantuono sapeva perfettamente di perdere, sapeva perfettamente che doveva andarsene da quel tavolo immediatamente rischiando di fare la figura del coniglio ma salvando tutta la sua vita... e una vita vale più di una partita di poker, ma Abatanuono da amante del gioco ha accettato di rischiare tutto quello che aveva per vedere quelle carte... e lo ha accettato nel momento stesso in cui si è seduto a quel tavolo. Non ne vale la pena? Forse, ma quante cose facciamo ogni giorno per cui non ne vale la pena? Siamo sempre spinti da qualcosa di più profondo che ci fa accettare e sostenere tutto, che sia amore, che sia amicizia, che sia voglia di aiutare qualcuno o bisogno di affermarci in qualcosa. Nel caso delle carte da poker è il fascino del rischio e dell'azzardo. L'uomo in certe situazioni è incontrollabile, un innamorato farebbe tutto per la sua amata, un padre per il proprio figlio, un amico vero per una persona in difficoltà. Per passione diamo a chi amiamo tutto quello che possiamo e se c'è questo attaccamento sappiamo che se ci chiedono qualcosa noi saremo li pronti a dare tutto, anche mettendoci in difficoltà, anche sapendo che non sarebbe giusto farlo. Le carte, in questo, con le debite proporzioni sono come gli affetti. Creano dipendenza. Per queste ragioni penso che l'uomo soffra così tanto il tradimento, nell'amicizia, nell'amore, nello sport, nel lavoro... soffriamo il fatto che qualcuno passi sopra o non consideri i nostri sacrifici per un proprio bisogno o desioderio personale. E scopriamo che si può anche fare a meno di noi.
"A volte bisogna mettere la mano sul fuoco, anche sapendo che ce la bruceremo" Alessandro Dolina, poeta argentino

"Sangue nervoso"

L'atmosfera non si romperà mai
è pericoloso farlo sai
e oltretutto mi soffoca il cuore
no amore non toccarmi in contropelo
...mai...

Il mio sangue è nervoso
scorre deluso
verso un destino fatto così
sarò pure sbagliato,
anche malato
ma tendi la mano credimi

Il mio sangue è nervoso
è tanto nervoso
non toccarmi in contropelo mai

L' entusiasmo se ne è andato ormai
forse è meglio se tu te ne vai
che oltretutto mi piange un po' il cuore
però amore non toccarmi in contropelo
...mai...
proprio mai...
il mio sangue è nervoso
e mi esce del naso
verso un destino fatto così
sarò pure sbagliato,
anche malato
ma tendi la mano e credimi

Il mio sangue è nervoso
è tanto nervoso
non toccarmi in contropelo
...mai...

Da bambino io guardavo il mare
ora credo che dovrò soffrire
oh no, per favore portatemi via

Perchè "Sangue nervoso" ?

"Sangue nervoso" è il titolo di un album di Massimo Riva del 1995. A dire il vero è pure il titolo della canzone principale dell'album, una delle più belle.

"Sangue nervoso" è una di quelle canzoni che senti la prima volta e che non te le togli più di dosso, magari perchè trovi nel testo qualcosa che di te stesso, magari perchè ti sembra che la voce soffocata e leggera del ragazzo che sta cantando assomigli più a un grido di dolore che a un vero talento musicale, magari solo perchè il riff della chitarra elettrica ti piace molto più di altri... Fatto sta che questa canzone vecchia di piu' di 10 anni e sconosciuta ai più a me piace parecchio, anche se è un brano triste..

Massimo Riva è, era... fate voi..., una di quelle persone che c'è nella vita di tutti noi, quelli che non vedrai mai, con cui non parlerai mai, ma che per te fanno tanto. Già, perchè una canzone, un libro, un'impresa sportiva sono quelle cose che accompagnano la nostra vita tutti i giorni... e cazzo ma se ci penso sono più di 10 anni che esiste "Sangue nervoso" e io sono qui a parlare di questa canzone, non di altre più belle o più famose o più recenti... e allora vedi Massimo che a qualcosa è servito tutto questo, che la tua musica è sopravvissuta e tiene vivo il tuo ricordo... fantastico... di un ragazzo con la chitarra in mano, la sigaretta in bocca che brucia lentamente, una calma impassaibile di fronte a pubblici esaltati per l'inizio dello show... ma che bello era... tutto lo stadio buio e carico di eccitazione e un fascio di luce che si accende per far risplendere te, un ragazzo come noi che sognava di essere qualcuno in un futuro che non ha mai visto. E il rock che rimbombava oltre il tuo sguardo fisso, con un sorriso perenne e un piede a tenere il tempo. Di chitarristi ce ne saranno sempre milioni, ma anche a distanza di anni nel mio lettore sta passando ancora "Sangue nervoso".

"Le ferite si cicatrizzano, le donne passano, ma la gloria dura per sempre"

Un blog anche per me...

Alla fine ho ceduto pure io a questa moda dei blog... io che non li ho mai sopportati... e allora perchè questo blog? Non lo so bene, forse perchè mi andava così, forse perchè semplicemente non avevo di meglio da fare in questi ultimi giorni di fine estate... o forse perchè non so fare a meno di qualcosa che hanno tutti... fascino del marketing! E poi... Perchè un blog proprio oggi? C'è un tempo per ogni cosa... E' una frase che mi piace, l'ho sempre detta. A volte, forse, per comodità, per rimandare azioni scomode o scelte in qualche modo difficili, a volte per convenienza o pigrizia e qualche volta anche perchè ne fossi veramente convinto... In questo momento lo sono. Sono convinto di una scelta fatta in questo pazzo mese di giugno 2006. Una scelta mia, finalmente. Ci ho messo 3 mesi a esserne sicuro ma ora lo sono, questo è l'importante... era il momento giusto per provarci. Certo, forse la motivazione reale non era quella che mi spinge oggi, ma purtroppo a volte le cose cambiano dall'oggi al domani... e poi diciamoci la verità, per me sarebbe stato troppo... sistemare tutti e due i crucci degli ultimi anni in un colpo solo... bah... cerchiamo di fare una cosa alla volta e di farla bene se possibile, o almeno di provarci al massimo delle mie possibilità. Adesso non ci sono più scuse o giustificazioni. Adesso si tratta solo di andare la fuori e dimostrare quello che valgo, rischiando molto di mio, mettendomi in gioco. E, almeno, avrò un blog a farmi compagnia.