E ogni volta che viene giorno
ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino e
mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno
ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicuro e
ogni volta che mi sento solo
ogni volta che mi viene in mente
qualche cosa che non c'entra niente
ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
e ogni volta che non è importante
ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'è
proprio quanto la stavo cercando
ogni volta
ogni volta quando....
Alla radio passa questa canzone, una delle mie preferite. Triste, malinconica. Di quel cantante che in un modo o nell'altro accompagna me e i momenti più importanti della mia vita con le sue canzoni fin da quando ero poco più di un bambino e ho cominciato ad ascoltarlo, magari senza capire a fondo le sue parole e quello che cantava. Magari l'ho capito molti anni dopo, magari non l'ho ancora fatto, magari alcuni suoi testi avevano un significato anni fa e ora ne hanno uno diverso, alcune cose che non mi spiegavo ora sono semplici e altre che mi sembravano banali ora le rivedo come piuttosto complesse. Deve essere il motivo vero per cui quelle canzoni sono sempre ascoltate a quasi 30 anni di distanza e non perdono mai il loro significato o il loro valore. Mi ricordo bene l'ultimo dei tanti concerti di Vasco Rossi a cui ho assistito. Una sera calda ma non afosa di giugno, rientro volante da Imola e via diretto a San Siro per il Blasco, con una mia amica, per passare insieme una serata allegra con una persona importante. Questa ragazza è stata sfortunata negli anni, molto. Dotata di incredibile intelligenza, educazione, ottimi modi di comportarsi, sensibilità e disponibilità è una di quelle ragazze che a volte devi proprio ringraziare che facciano parte della tua vita e che quando le vedi in difficoltà ti senti impotente a non poter fare niente per aiutarle. Pochi mesi dopo quel concerto sono stato al funerale di sua madre, preside di una scuola, e mi è rimasto impresso con incredibile lucidità il lungo corteo di ragazzini, tutti con una rosa rossa in mano, a precedere il carro funebre. E il ricordo si mescola a quando io e lei siamo state a casa dei genitori di Gabri, due sere dopo la sua partenza e lei mi ha fatto una forza incredibile e sapeva sempre cosa dire e cosa fare, mentre io ero in preda al panico e non aprivo bocca e se lo facevo era sempre per dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato. E come Gabriele, lei è un po' un'anima fragile.
E tu
chissà dove sei
anima fragile
che mi ascoltavi immobile
ma senza ridere.
E ora tu chissà
chissà dove sei
avrai trovato amore
o come me, cerchi soltanto d'avventure
perché non vuoi più piangere!
E la vita continua
anche senza di noi
che siamo lontano ormai
da tutte quelle situazioni che ci univano
da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
da tutte quelle situazioni che non tornano mai!
Perché col tempo cambia tutto lo sai
cambiamo anche noi
e cambiamo anche noi
e cambiamo anche noi!
e cambiamo anche noi!
Sono cambiato tanto negli anni. Ho fatto cose di cui non mi credevo capace. Ne ho fatte alcune di cui preferisco tacere. Più di paio di volte mi sono guardato allo specchio con aria perplessa. Mi vergogno? No. La vita impone certe azioni, la libertà e la soddisfazione di una persona viaggiano su un binario molto stretto tra i proprio diritti e i diritti altrui, bisognerebbe non sconfinare mai, ma a volte proprio non è possibile. E ogni medaglia ha il suo rovescio. Chi fa lo spazzacamino si sporca le dita. L'innocenza di un bambino, la sua semplicità, la sua verità. Il mondo pieno di inganni. La sopravvivenza.
Davvero non giochi più con me?
No sul serio Michelle, ora devo andare a casa. Vado a salutare la nonna però prima. Vieni su anche tu a salutare la nonna-bis?
Si. Prima eri con la mamma a salutare la Zia Anita?
Si ero con la tua mamma e la mia e la zia. Sono venuto qui per questo oggi. Ma non ti preoccupare giocheremo ancora il pomeriggio di Natale, settimana prossima sarò ancora qui.
La mamma mi ha detto che la Zia Anita ora è andata in cielo perché era molto stanca e li potrà riposarsi e sarà sempre felice. Sono contenta per lei, è tanto buona.
Sai la Zia Anita era la sorella del mio nonno. Mio nonno era buono e generoso come la Zia Anita.
E’ in cielo anche il tuo nonno?
Si, da prima che io nascessi. Non l’ho mai conosciuto ma gli ho sempre voluto un sacco di bene, proprio come tu al tuo.
I miei nonni sono buonissimi. E anche la zia Ale.
Hai ragione. Senti andiamo a prendere mia mamma dalla nonna-bis? Sai io ho un viaggio lungo ed ora è veramente tardi.
Tu sei molto bello.
Grazie, vuoi sapere una cosa? Sei molto bella anche tu.
La mia nonna dice sempre che anche la mamma era molto bella da piccola e che quando sarò grande mi sposerò e avrò dei bambini belli anche io.
Ti dico un segreto. La tua mamma da piccola era bella, ma tu lo sei molto di più.
E tu perché non ti sposi?
Perché non ho ancora trovato con chi sposarmi!
Non c’è nessuna che ti piace da sposare? Io mi sposo con il Mattia.
Oh si Michelle conosco delle ragazze molto belle come te, ma sposarsi non è cosi semplice come fate all’asilo. Quando sarai più grandina magari cambierai idea anche tu su Mattia.
Ma dimmi quella che ti piace di più e glielo dico io che vi sposate.
Ti ringrazio, ma non è così che funziona, e poi non ho per nulla fretta. Senti, ne parliamo meglio a Natale ora devo veramente andare.
Ma a Natale mi porti una foto?
Che foto vuoi? Ne facciamo una insieme io e te?
Una foto della ragazza che scegli da sposare.
Ah. Aspetta te la faccio vedere già ora, la tengo nel portafoglio. Ma poi devo proprio andare.
E’ molto bella anche lei.
Lo penso anch’io.
Cos’è questo?
E’ un disegno sulla pelle. Le persone quando sono un po’ più grandi a volte se lo fanno.
Perché?
Così, per bellezza. Perché di solito piace.
Perché ride?
Perché la stavo facendo ridere, era un momento che eravamo felici.
Sono contenta se ti sposi con lei. La mamma dice che essere felici è la cosa più bella e che io devo essere sempre felice così lo sono anche lei e papà.
La mamma ha ragione. Andiamo che è tardi e devo salutare la nonna.
Si, mi lasci la foto?
Mah… E che cosa te ne fai? E io cosa tengo?
La voglio perchè la metto nel libro delle favole e la faccio vedere all’asilo.
Senti facciamo così, questa è molto importante per me non posso dartela, te ne porto un’altra a Natale dove ci sono su anch’io, cosi se vuoi fai vedere pure me. E poi ne facciamo una io e te insieme, così posso farti vedere anch’io ai miei amici. Ok?
Si ma a Natale devi giocare ancora con me e con il nonno.
Te lo prometto.
Andiamo su dalla nonna-bis.
Il ricordo di questa scena nella mia mente è cullato dalla radio che passa una vecchia canzone che fa...
La luce buona delle stelle
lascia sognare tutti noi
ma certi sogni son come le stelle
irraggiungibili però
quant'è bello alzare gli occhi
e vedere che son sempre là
è cresciuto sai
quel ragazzo che sognava
non parlava ma
a suo modo già ti amava
tu il sogno
più sognato
più proibito che mai... che mai
E ancora la mente vola in fretta, vola e in un fotogramma ci sono altre immagini davanti e in sottofondo le parole le accompagnano sempre in modo perfetto
every night you know
you will dream alone
it's never ending
of a boy in love
with a girl that he
can only dream of
when you see
the stars shine brightly
I will be thinking of you
forever...
"Perché non hai mai cercato un’altra? Ti avevo detto di farlo."
Ero sempre a disagio per la sua sincerità, e questo mi costringeva a distogliere lo sguardo. Vorrei che avesse avuto la stessa sincerità anche in una promessa fatta a me. Non solo lo pensai, ma lo dissi anche. E mi accorsi subito di una certa punta di amarezza nella mia voce. Si è limitata a guardarmi, sbattendo le palpebre. E tra noi è calato ancora il silenzio. Silenzio nella notte mailluminato a giorno dalla luce delle stelle. Le stesse stelle che ci hanno benedetto una sera, quando non ci conoscevamo ancora così a fondo ma loro avevano già scritto tutto, e poi sono rimaste divertite a vedere che cosa succedeva sotto la loro luce...
la luce buona delle stelle...
la luce buona delle stelle...
stars will shine brightly forever
as long as you know my dream's with you
think of me as your light in a tunnel
think of me as your dreams come true
nascerò con te
morirò con te ogni volta
every night must end
but when day begins
we'll see another
ma non senti
che ti chiamo, che
ho bisogno di te
di un sogno
together
insieme
when you see
the stars shine brightly
I will be thinking of you
forever...
la luce buona
la luce buona delle stelle...
La fine della canzone e una lunga grattata alla testa mi hanno riportato al punto in cui ero partito e intanto che ripensavo a quel concerto di San Siro del mese di giugno, guardando anche le foto, mi sono reso conto che era il primo di tanti concerti che non ho visto dal prato ma seduto ai margini dello stadio, e che quando sono arrivato invece di cominciare a sgomitare per arrivare il più vicino possibile al palco ho deciso che non volevo saperne niente di fare fatica ad avanzare, a stare in mezzo a tutta quella folla, di prendere botte e spintoni, e mi sono seduto con la mia amica e un paio di birre ad aspettare il concerto in un posto molto lontano da tutti, dal palco, dalla gente, dall'evento. Mi sono accontentato.
Ma almeno ho potuto godermi un po' la vista di quello stadio e pensare a tutte le partite e i concerti che ho visto li, a quanto alcuni di essi siano sempre nei miei ricordi più cari mentre altre presenza in quello stadio siano state dimenticate apparentemente con velocità. Ed è buffo pensare come in un momento piuttosto delicato anni fa regalai i biglietti di un altro concerto alla ragazza che ora forse sa più cose di me di tutte, con cui negli anni ho condiviso tante esperienze, positive e negative, avventure, vacanze, serate, confidenze, gioie e dolori. E mi piace pensare che ci sia un filo conduttore in tutte queste storie che tra loro hanno appunto qualcosa in comune, che sia quel cantante o quello stadio o quello che volete voi. O magari niente. Infatti proprio non riesco a capacitarmi come delle volte non bastino neanche queste persone per farmi sentire vivo, per darmi un senso. Come il titolo della canzone che è partita ora alla radio, delle volte nel bene e nel male si deve camminare da soli in questa vita che sembra sempre più un "viale dei sogni spezzati", o "Boulevar of broken dreams" per dirlo come i Green Day...
I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone
I walk this empty street
On the Boulevard of Broken Dreams
Where the city sleeps
and I'm the only one and I walk alone
My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'Til then I walk alone
I'm walking down the line
That divides me somewhere in my mind
On the border line
Of the edge and where I walk alone
Read between the lines
What's fucked up and everything's alright
Check my vital signs
To know I'm still alive and I walk alone
La canzone finisce e nella mia mente torno a guardare il vuoto. Poi una voce che non capisco da dove provenga mi martella in testa una domanda. E la risposta proprio non riesco a dirla. Mi scorre davanti, ce l'ho in testa, ma non mi esce. Mi è sfuggita. Mi sono detto che era colpa della lontananza, della lingua, del momento. Però la verità è un’altra. L’ho lasciata andare. Come tutte le altre. Ma a differenza di tutte le altre su di lei ho un rimpianto. E non è di un banale senso fisico, perché mi sono ripetuto più volte e ormai auto convinto che una ragazza così bella non la troverò mai più. Alta, possente, elegante, atletica, perfetta dalla testa ai piedi, dalla gambe magre e muscolose alle spalle massicce e eleganti, dalla bocca, al naso, il viso, e anche qualche piccolo difetto che non ne scalfiscono minimante la perfezione, ma la rendono solo umana. Ma non si tratta di questo, questo col tempo sparirà anche per lei e il suo valore di persona continuerà a basarsi su altre straordinarie doti. Si tratta di un ponte per un mondo che mi ha sempre affascinato e che nel mio universo è infinatamente meglio di quello grigio, stretto e triste che mi circonda ora. Perchè in fondo, quello era un mondo perfetto dove nascondersi e dove soprattutto spariva ogni altro pensiero.
Yesterday, all my troubles seemed so far away
Now it looks as though they're here to stay
Oh, I believe in yesterday
Suddenly, I'm not half the man I used to be
There's a shadow hanging over me.
Oh, I yesterday came suddenly
Why she had to go I don't know she wouldn't say
I said something wrong, now I long for yesterday
Yesterday, love was such an easy game to play
Now I need a place to hide away
Oh, I believe in yesterday
Mentre finisce la canzone mi accorgo che sono le 23 da poco passate e la notte di Sky propone dall'altra parte dell'oceano Los Angeles - Phoenix, NBA, incontro di cartello del giorno di Natale. Imperdibile. La sigla mi fa dimenticare tutti i pensieri della notte del periodo delle feste, mi divertirò un po' vedendo Kobe e i suoi giovani spavaldi compagni contro Steve Nash e il suo collaudato sistema di gioco. Phil Jackson ha un papillon rosso molto natalizio ma molto poco televisivo, il coach avversario Mike D'Antoni è impeccabile come anche a Treviso lo era sempre. Il campo è circondato da VIP, registi, attori, personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. Sotto i canestri una ventina di splendide cheerleaders in succinti abiti natalizi, peccato che invece che bianco e rossi, abbiano i colori giallo viola dei Lakers. In fondo, anche a Los Angeles, è Natale. E nei time out, come da tradizione, parte uno dei jingle più famosi dei Queen.
Buddy you're a boy make a big noise
Playin' in the street gonna be a big man some day
You got mud on yo' face
You big disgrace
Kickin' your can all over the place
We will we will rock you
We will we will rock you
Buddy you're a young man hard man
Shouting in the street gonna take on the world some day
You got blood on yo' face
You big disgrace
Wavin' your banner all over the place
We will we will rock you
We will we will rock you
Buddy you're an old man poor man
Pleadin' with your eyes gonna make
You some peace some day
You got mud on your face
Big disgrace
Somebody betta put you back into your place
We will we will rock you
We will we will rock you
Esiste una triste verità a proposito delle partite di basket. Mentre è praticamente impossibile che un solo giocatore vinca la partita da solo, è spesso possibile che basti un solo giocatore perché venga persa. Ti prego di non essere mai quel giocatore. Non lo sopporterei.
Credo abbiam perso la testa
o soltanto perso di vista le cose più vere
nel mare in tempesta e forse non basta.
Ti confesso di avere paura e non mi era ancora successo
paura del mondo, di te e a volte anche di me stesso,
no no non passa.
C'è la gente che non sa. La gente comune che vive "all'incirca". Vive in anni, mesi, settimane, giorni e ore. Che conosce solo due lancette d'orologio. Perchè i secondi sono puntini che si possono anche scordare. Non è che pesano molto. Poi c'è il mondo del basket. Ci siamo noi. Che viviamo in secondi. 24 per un'azione. 8 per superare la metà campo. 5 per fare la rimessa. 5 per stare con la palla in mano. 3 in cui puoi stare in mezzo all'area. 60 durante un time out. Che vivono di secondi. Di attimi giusti per passare la palla. Per intercettare un pallone. Per stoppare. Per non farsi stoppare. Per battere il proprio avversario. Per eseguire lo schema. Per saltare al momento giusto. Che vivono per i secondi. Perchè hanno capito che pesano. E che le partite non finiscono a 38' e 58".
Il lavoro che faccio porta a dei vantaggi, ma comporta tanti rischi. Porta a tante cose che la gente che non lo conosce non può capire, porta a vedere tante cose marce e ad accettare che succedano, qualche volta a combatterci, altre ti obbligano a tapparti il naso e girarti dall’altra parte per convenienza. Ti puoi gestire, ma se non riesci a farlo sei finito. E’ come avere un’amante. In certi momenti non ci piace tanto. Oppure non piacciamo a noi stessi quando stiamo con lei. I momenti veramente buoni sono fugaci e forse non valgono il rischio. Però quando cerchiamo di piantarla, c’è sempre qualcosa che ci tira indietro. Alla radio passa Breakaway.
Grew up in a small town
And when the rain would fall down
I'd just stare out my window
Dreaming of what could be
And if I'd end up happy
I would pray
Trying hard to reach out
But when I tried to speak out
Felt like no one could hear me
Wanted to belong here
But something felt so wrong here
So I prayed I could break away
I'll spread my wings and I'll learn how to fly
I'll do what it takes til' I touch the sky
And I'll make a wish
Take a chance
Make a change
And breakaway
Out of the darkness and into the sun
But I won't forget all the ones that I love
I'll take a risk
Take a chance
Make a change
And breakaway
Wanna feel the warm breeze
Sleep under a palm tree
Feel the rush of the ocean
Get onboard a fast train
Travel on a jet plane, far away (I will)
And breakaway
Buildings with a hundred floors
Swinging around revolving doors
Maybe I don't know where they'll take me but
Gotta keep moving on, moving on
Fly away, breakaway
I'll spread my wings
And I'll learn how to fly
Though it's not easy to tell you goodbye
I gotta take a risk
Take a chance
Make a change
And breakaway
Out of the darkness and into the sun
But I won't forget the place I come from
I gotta take a risk
Take a chance
Make a change
And breakaway, breakaway, breakaway
C'è una scena immaginaria con un breve dialogo tra un ragazzo e una ragazza.
"Volevo sentirti dire che sei felice, non che ti ho rovinato la vita. "
"Non sono infelice, non mi hai rovinato la vita. Solo che non ho mai trovato abbastanza spazio nel mio cuore per qualcun’altra. Non mi fido molto delle persone. Credo di dover ringraziare anche te per questo."
Era quel tipo di ragazza. Assolutamente incapace di nascondere le proprie emozioni. Quando era contenta il suo viso si illuminava, quando era arrabbiata i suoi occhi bruciavano di fuoco cupo. Quando era triste si immobilizzava. Non le aveva né serbato rancore né aveva smesso di amarla, ma quel giorno lontano qualcosa era morto in lui. Forse la capacità di avere fiducia negli altri.
E allora, bambina, c'è poco da dire
se non che mi troverai qua:
cambiato per niente, ma neanche scontento,
fottuto dal dovere pensare di dover avere.
Ma ci sarà un souvenir che ci riporterà solo certi momenti.
E sarà un bel souvenir una fotografia, una canzone fra i denti.
Ma ci sarà un souvenir che ci commuoverà
fino a farci contenti.
Tieniti il tuo souvenir
da mettere via poi ridicendoti "avanti".
Se tutto va in fretta sarò una saetta
e tu lo sarai insieme a me
peccato soltanto che ci sarà il tempo in cui dovremo dire:
"Adesso è giusto riposare".
Ma ci sarà un souvenir che ci riporterà solo certi momenti.
E sarà un bel souvenir una fotografia, una canzone fra i denti.
Qualche volta è meglio tenersi dentro la verità; se non la dici non fa tanto male.