9.10.2006

Il Poker

Tutto sommato stava girando abbastanza bene, pochi euro sopra quelli investiti per iniziare a giocare... se si gioca come facciamo noi tra amici lo scopo è quello di divertirsi e stare insieme, bere qualche birra e sparare quattro stronzate. Non siamo nelle condizioni di giocare grosse somme di denaro e neanche ci interessa farlo, ma mettere su un tavolo una cinquantina di euro un paio di volte al mese ha il suo fascino se ami questo gioco, considerando che molto raramente si perdono tutti... una volta ne vinci 30, una volta ne perdi 40... più o meno quanto si spenderebbe andando in discoteca e bevendo un paio di cocktail o anche solo passando la serata girando per i bar... di vincite grosse qualcuna ce n'è stata, gente che è uscita con 130-150 euro di utile da una partita, ma sono casi rarissimi... e alla fine credo che negli anni vincite e perdite si siano sempre compensate. Giochiamo per divertirci e stare insieme non per cercare di diventare ricchi. Ecco, ieri sera era una serata normale, ci stavamo divertendo e vincite e perdite erano come al solito contenute. Parte un giro "all'americana", che per i profani consiste nel poter utilizzare per il proprio punteggio un certo numero di carte scoperte sul tavolo, comuni e utilizzabili da tutti i giocatori, oltre alle classiche 5 carte che ognuno custodisce gelosamente in mano. In questo particolare gioco è piuttosto facile ottenere dei punteggi alti, visto l'alto numero di carte a disposizione, ed è anche piuttosto intuibile capire di che livello sono i punteggi degli altri giocatori, basandosi sulle carte che sono sul tavolo e sulla grandezza delle puntate. Il piatto di questa "americana" ha cominciato a diventare interessante quando sono state scoperte quasi tutte le carte sul tavolo, c'erano tre Re, il che vuol dire che quasi sicuramente qualcuno aveva in mano Poker di Re. Io ero messo piuttosto bene, con diverse carte di fiori che si incastravano tra loro e presto la fortuna mi ha messo in mano una Scala Reale. Normalmente nel gioco del poker con una Scala Reale non perdi, a meno che non sei o uno sfigato da competizione o giochi contro dei professionisti. Però in una mano "all'americana" non è proprio così scontato e infatti sul tavolo c'erano diverse carte di quadri, peraltro alte, che potevano far ipotizzare una Scala Reale più alta della mia. Scoperte tutte le carte e fatti i vari rilanci sapevo che anche lui aveva in mano una Scala Reale, e che questa era più alta della mia, era evidente da come si era messa la partita. Potevo risparmiare circa 25 euro e abbandonare la mano o vedere quella maledetta Scala, essere sicuro che non ci fossero bluff o che non c'era qualche punto comunque buono ma non così alto che mi era stranamento sfuggito all'occhio per cui lui potesse giocare... Se sei un amante del poker e hai in mano una Scala Reale non puoi non giocare la mano, anche sapendo già di perdere. Puoi solo sperare che le varie puntate non si alzino cosi tanto di farti lasciare più soldi del dovuto, ma comunque andrai a vedere quel punto, non c'è possibilità di rinunciare. E' un regola morbosa che accetti nel momento stesso in cui ti siedi al tavolo, sai già che al verificarsi di determinate situazioni tu rimarrai impotente in balia delle carte e del fascino dell'azzardo. Ho messo quei 25 euro sapendo già di perderli, ma non avevo altre possibilità, neanche volendo. Ci ho anche pensato... che cazzo potrei fare con quei soldi? Ci mangio una pizza in più questa settimana, o posso comprarmi un libro oppure posso vedere quelle 5 carte di quadri tutte vicine... l'asso, il re, la donna, il fante e il dieci... non tutti possono capire quello che si prova in questa situazione, ma non c'è possibilità di ragionarci sopra. Credo che sia questo il motivo per cui si legge ogni giorno di tante persone che buttano nel cesso un patrimonio per questo maledetto gioco o uno dei suoi simili... credo sia questo il motivo che rende tanto più un interessante vedere un qualunque evento sportivo se ci fai una scommessina sopra... Non sono malato, intendiamoci, e non rischio mai grosse somme se non questi pochi euro a un tavolo di amici. Non mi metterei mai a giocare contro gente che non conosco o somme che reputo troppo alte, ma avete presente "Regalo di Natale"... uno dei miei film preferiti, un capolavoro del cinema italiano... un film sui tradimenti e sulle delusioni dell'amicizia e dell'amore... intorno a un tavolo di poker... ecco io a distanza di anni continuo a chiedermi che cosa avesse in mano l'Avvocato e ho aspettato quindici anni il seguito del film per scoprire... che ancora non ce l'hanno fatto sapere! Abatantuono sapeva perfettamente di perdere, sapeva perfettamente che doveva andarsene da quel tavolo immediatamente rischiando di fare la figura del coniglio ma salvando tutta la sua vita... e una vita vale più di una partita di poker, ma Abatanuono da amante del gioco ha accettato di rischiare tutto quello che aveva per vedere quelle carte... e lo ha accettato nel momento stesso in cui si è seduto a quel tavolo. Non ne vale la pena? Forse, ma quante cose facciamo ogni giorno per cui non ne vale la pena? Siamo sempre spinti da qualcosa di più profondo che ci fa accettare e sostenere tutto, che sia amore, che sia amicizia, che sia voglia di aiutare qualcuno o bisogno di affermarci in qualcosa. Nel caso delle carte da poker è il fascino del rischio e dell'azzardo. L'uomo in certe situazioni è incontrollabile, un innamorato farebbe tutto per la sua amata, un padre per il proprio figlio, un amico vero per una persona in difficoltà. Per passione diamo a chi amiamo tutto quello che possiamo e se c'è questo attaccamento sappiamo che se ci chiedono qualcosa noi saremo li pronti a dare tutto, anche mettendoci in difficoltà, anche sapendo che non sarebbe giusto farlo. Le carte, in questo, con le debite proporzioni sono come gli affetti. Creano dipendenza. Per queste ragioni penso che l'uomo soffra così tanto il tradimento, nell'amicizia, nell'amore, nello sport, nel lavoro... soffriamo il fatto che qualcuno passi sopra o non consideri i nostri sacrifici per un proprio bisogno o desioderio personale. E scopriamo che si può anche fare a meno di noi.
"A volte bisogna mettere la mano sul fuoco, anche sapendo che ce la bruceremo" Alessandro Dolina, poeta argentino