In realtà è una cosa che un po' mi preme e che volevo capire, anche se forse non ha nessun senso o forse sotto sotto ci tenevo solo a soddisfare la mia curiosità e ampliare le conoscenze in un campo, quello medico, dove appena si entra un po' nel dettaglio faccio fatica a seguire termini troppo particolari e discorsi da esperti esperti, almeno per gli infortuni che non ho mai conosciuto bene in precedenza. E questa particolare situazione la volevo capire, perchè è capitata al mio caro amico Andrea Della Valentina qualche anno fa, a 33 anni, e lo ha costretto allo stop definitivo con la palla a spicchi, per via di quell'infortunio su un ginocchio già usaurato dall'età e malconcio da altri infortuni. Ma per dio questo ginocchio, seppur bersagliato dalla sfiga fin dalla tenerissima età, è molto più giovane e le tecniche mediche sempre più all'avanguardia, quindi non facciamo scherzi...Per capire tutto ciò ho avuto moltissime difficoltà, le più grosse oggettive e logistiche, ma se c'è una cosa che non sopporto è che sia questa la fonte principale e quindi armato di pazienza, di carta e penna, di dizionario e del tempo di un amico laureato in medica che ha studiato qualche anno in America, sono arrivato a una descrizione semplice e chiara di quello che volevo sapere. E ora lo scrivo, così quando avrò voglia di andare a rivedermelo non dovrò fare solo affidamento sulla memoria ma posso usare il supporto delle parole scritte.Questo particolare infortunio che mi preme capire è dovuto a un urto molto forte del ginocchio, non necessariamente scontratosi contro qualcosa, ma anche in seguito a una torsione molto forte, una distorsione secca che porta la rottura di qualche legamento. Nel nostro caso, torsione forte del ginocchio con la gamba immobilizzata che non ha quindi seguito il movimento, con interessamento del legamento esterno. Ma quello è il problema minore, il legamento esterno non è strutturalmente fondamentale per il ginocchio. Certo, è meglio averlo sano piuttosto che rotto, ma col tempo si cicatrizza anche da solo, e poi non sottolizziamo che non è questo il punto principale... Anni fa nel primo infortunio la torsione aveva fatto saltare via la cartilagine della rotula e della troclea. Questo dalla risonanza non è visibile a occhio nudo, ma un esperto (e in effetti ci sono stati fin da allora diversi pareri medici) noterà una diversa sfumatura di nero in prossimità delle ossa. Ecco, quello è il punto dove la cartilagine è saltata. La cartilagine è una specie di cuscinetto che funziona da ammortizzatore, e tutte le articolazioni ne sono dotate. Correndo, saltando ma anche solo camminando, questo ammortizzatore impedisce che le articolazioni vengono a contatto tra loro. Il trauma è stato cos' forte che la cartilagine non ha ammortizzato l'impatto e si è danneggiata, alcune scheggie si erano conficcate nel vivo dell'articolazione, altre ne avevano solo graffiato lo strato più superficiale. L'esempio calzante è quello di una mandorla, quando tiriamo una martellata al guscio e questo, schiacciandosi, va a spappolare o almeno a scalfire il frutto al suo interno. La pressione dell'urto è stata forte, ma dalle risonanze non si può capire quanto sia stato il danno e se oltre alla cartilagine della rotula sia stata danneggiata anche quella del femore. Ti devono aprire il ginocchio e vedere dentro che cosa ci trovano. Generalmente la cartilagine si usura con il tempo, con l'età, ma qui è proprio stata distrutta. La cosa grave è che le cellule della cartilagine, i condrociti, sono come le cellule neuronali. In sostanza, sono uniche. Non si rigenerano. E' questo il grosso casino. Perciò quando questo danno è stato fatto l'organismo non è in grado di ripararlo da solo. Fino a pochi anni fa nemmeno la chirurgia ortopedica era in grado di riparare una cartilagine lesionata. L'esempio calzante in questo caso é Marco Van Basten, con le sue caviglie di cristallo, che ha dovuto abbandonare a neanche 30 anni. Che giocatore Van Basten... ma questa è un'altra storia. Al giorno d'oggi, e per fortuna anche al giorno di 7-8 anni fa (perchè è da tanto che è iniziato questo cinema) si può fare un'operazione che si chiama "innesto osteocondrale". Si tratta di prelevare un microframmento di ossa e cartilagine da una parte sana dell'articolazione e impiantarlo nella zona colpita dal trauma. Generalmente si hanno buone possibilità di guarire. Nel nostro caso è andata bene.
Non è finita qui però.
Dopo l'operazione è necessario il drenaggio del ginocchio, ossia introdurre nel corpo delle soluzioni saline e farle fuoriuscire dal ginocchio, sotto forma di sangue. Questo tramite flebo. Poi arriva la parte della riabilitazione. Quando una fiseoterapista vestita di bianco si mette in testa di piegarti il ginocchio a qualunque costo. Ma il ginocchio non si piegherà mai, il tendine rotuleo non è nato per fare il legamento, ha tutto un altro grado di tensione. E se alla fine si piegherà è solo perchè la fiseoterapista ha la testa più dura di un tendine rotuleo. E poi comincerà a sfogarsi sul quadricipite, che è il primo muscolo che perde il suo tono e su cui puoi iniziare a lavorare, massacrandoti di potenziamento fino a quando non vedrà tornare a curvare leggermente il muscolo sotto il profilo della coscia. E allora saranno passati almeno 4 mesi da quando c'è stata l'operazione. Dopo 5 forse puoi iniziare a correre, dopo 6 ti fanno vedere la palla e se tutto va bene dopo 7 puoi pensare anche a giocare.E qui c'è il momento che tanto aspettavi... quando risenti il pallone tra le mani in partita. Lo riconosci, lui ti riconosce. E scopri che giocarci assieme non è poi tanto diverso da prima. E il primo canestro cancellerà tutto, ormai sei più forte di prima. Il tuo calvario sembra passato...
Sembra.
Perchè non è finita qui.
Quando inseriamo nel nostro corpo, in questo caso nel tuo ginocchio, un corpo estraneo, beh... anche se tutto sembra andare bene, è sempre un corpo estraneo e se madre natura non ce lo aveva messo un motivo ci sarà, e quindi col tempo rischia di avere problemi. E in effetti tu li hai avuti, per non farti mancare niente. A parte che nel frattempo ha dovuto intervenire anche sull'altro ginocchio, ma per una cosa meno grave che qui non ricordiamo neanche. Succede, dicevo, che la nuova cartilagine si è un po' sfilacciata, perchè in fondo è una cosa non tua ma di ripiego e inserita con un bisturi, e quindi dicevo alcuni frammenti si sono staccati e vagano per il ginocchio, tra i legamenti. Questo è un problema, perchè durante la loro normale azione i legamenti sfregano contro questi frammenti e causano dolore, e quando alcuni di essi decidono di cicatrizzarsi dove non devono il ginocchio comincia a gonfiarsi sotto sforzo. E pertanto va riaperto, per una pulizia dei frammenti staccati e per staccare le cicatrizzazioni sull'osso e sui legamenti che lo fanno gonfiare. Questa operazione è più semplice, bastano due mesi e mezzo per tornare efficiente. E un altro drenaggio di sangue, dimenticavo...In sostanza siamo già a 3 operazioni in due diverse ginocchia, per tacere dell'anno perso (anzi, solo 9 mesi) per la rottura del tendine di achille. Quella è un'altra storia, oggi ci concentriamo sul ginocchio.
Già, perchè non è finita qui.
Capita che, sempre nel ginocchio più bersagliato giusto perchè la sfiga ha una vista infallibile, si sia creata (qui ho dovuto farmelo scrivere tutto perchè non ero in grado di capirlo) una "modica meniscosi a carico del corno posteriore della fibrocartilagine meniscale interna". O almeno questo hanno deciso dopo aver sentito tre medici diversi. Ma qui c'è anche della fortuna in tutto questo, infatti almeno siamo in assenza di lesioni ma solo di un forte gonfiore dovuto alla rottura di una piccola capsula della cartilagine del menisco, dove passano anche dei legamenti collaterali e l'apparato estendore tendineo. E' stato necessario solo un mesetto di riposo, un ciclo di laser terapia, tens e l'aspirazione del liquido che ha prodotto la diminuzione del gonfiore. Il liquido sinoviale è stato succhiato con una siringa e il sangue in eccesso espulso con il solito drenaggio. Hai visto, a sto giro non è servito neanche il bisturi, che poi tanto ormai le cicatrici sono talmente piccole e nascoste che non si notano neanche. E poi quelle cremine miracolose che sciolgono tutto...Ora siamo di nuova in pista e tutto sembra quasi a posto, a parte qualche piccola infiammazione e qualche necessaria seduta di laser e ghiaccio... ma almeno non ci sono più gonfiori, dolori persistenti e rischi di nuove rotture.E che il cielo d'ora in poi te la mandi buona, alla tua giovane età sei in credito con la sfiga per almeno 4 carriere intere...