9.18.2007

Genio

Dimenticare è facile, basta non ricordare!

9.16.2007

Lei e il pallone

Gioca a basket.
Da circa 20 anni ormai, ma ci gioca proprio seriamente.
Nel senso che la pagano per farlo.
Che idioti eh, la pagano per divertirsi.
Operai, netturbini, insegnanti, magazzinieri, cameriere e ricercatori sottopagati ribellatevi, incazzatevi con la fortunata sportiva che viene retributa, secondo me anche benissimo, per correre su e giù per un campo.
Fatelo, per favore, altrimenti si sentirà in colpa. Anzi no, ma voi fatelo lo stesso che così la stuzzichiamo...
Dunque, lei è una cestista, se per caso vi stavate chiedendo come si chiamano i giocatori di basket, ecco... cestisti.
Lei butta quella palla di pelle, anzi diciamo quella palla di cuoio misto pelle, in un canestro, poi la recupera, la palleggia per terra, la ritira a canestro, la riprende, la passa alle sue compagne, cerca di rubarla alle avversarie, la ributta a canestro, salta per acciuffarla quando colpisce un ferro, si butta per terra quando sta per uscire dalle linee laterali del campo e lei vuole provare a tenercela dentro a forza.
Divertente, già.
E corre su e giù un migliaio di volte, da canestro a canestro, da panchina a panchina, passando davanti alle tribune dove ci sono i sostenitori della sua squadra (ma molti sono suoi personali) che applaudono se le cose vanno bene e urlano il suo nome e cantano, alcuni battono su un tamburo per fare più casino o fischiano e insultano l'arbitro e le avversarie. A volte parla, litiga, discute, con l'allenatore, con le compagne, con l'arbitro e con le avversarie. A volte riesce a fare quello che vorrebbe, altre volte no. A volte è soffisfatta di sè stessa, altre volte meno, ma si impegna sempre alla morte, perchè visto che la pagano per giocare, è una professionista seria, e in più ci tiene da matti e tutto quello che fa e lo vuole fare nel modo migliore possibile.
Questi sono i suoi compiti in generale.

Ma prima fa anche lunghe ore di video delle avversarie e riunioni pre-partita nello spogliatoio, ascolta le statistiche di tiro della tizia che andrà a marcare e i giochi che si devono aspettare dall'altra squadra, per saper come difendere meglio. Infine mette la mano sopra a quelle delle compagne e tutte insieme urlano "per noi". Già, perchè alla fine non si gioca per la maglia, per i tifosi, per il punteggio. E neanche per i soldi. Si gioca per sè stessi, intesi come gruppo ma soprattutto come singole unità del gruppo.
Dopodichè torna in campo e con in sottofondo della musica che ha lo scopo di caricarla a mille inizia a fare riscaldamento. Il pubblico inzia a entrare, lei butta un occhio dall'altra parte del campo dove l'altra squadra si riscalda, si carica a vicenda con le compagne urlando frasi banali e cerca la concentrazione, poi c'è il rito della presentazione, saluta le avversarie a metà campo e poi finalmente inzia a giocare. Se non parte dalla panchina...

Tutto questo la domenica, in orario pre serale. E talvolta il mercoledi sera.
Nel resto della settimana si allena come una bestia due volte al giorno, al mattino facendo atletica o pesi o tiro e al pomeriggio facendo schemi e provando le difese e i 5vs5 dopo gli esercizi di tecnica individuale, e cerca di migliorare sempre e di stare al massimo della forma. Inoltre sopporta senza rispondere a piccoli insulti, incoraggiamenti rudi e rimproveri di coach e compagne varie. Si, perchè, tra le tante cose, le professioniste si prendono molto sul serio, c'è sempre molta tensione e l'allenatore non permette che nessuna, o quasi, apra bocca, perchè ne capisce solo lui e si fa quello che vuole lui nella sua squadra.
In fondo è il suo lavoro, sembrerà anche questo difficile da credere, ma è così. Lei sarà anche una professionista che gioca ormai da vent'anni ma non può rischiare di aprir la bocca troppo spesso, perchè "tu che ne vuoi sapere?!".
Ma alla fine hanno ragione loro, quelli che allenano e quelli che pagano quelli che allenano, quindi zitta e muta giù la testa e continua a sudare. La pagano per fare tutto questo, sommato a trasferte che sembrano interminabili con aerei, pullman e chissà cos'altro e infortuni che sono troppo frequenti e massaggi e laser e terapie e pesi in palestra e serate senza uscire di casa perchè domani si gioca o perchè le gambe fanno troppo male per alzarsi dal divano.
E nell'arco di una stagione non si ferma mai, ma proprio mai. Le festività sono solo occasioni per allenamenti extra e partite con un po' più pubblico, al massimo qualche cena in più con le compagne pagata dallo sponsor o dalla società, e non può permettere di abbassare la guardia perchè se non si allena non gioca bene e se non gioca bene qualcuna prenderà il suo posto e se qualcuna prenderà il suo posto l'anno prossimo non la riconfermeranno e se non la riconfermano allora dovrà trovare qualcun altro che li paghi per divertirsi facendo il suo lavoro.
A volte mi chiedo chi glielo fa fare, ma qualcuno da piccolo mi ha ripetuto spesso che da sempre ciò che muove il mondo è l'amore e quindi credo che anche in questo caso sia l'amore che la spinge a continuare.
Ebbene si, è innamorata pazza del pallone.. da almeno 20 anni. E l'ha sempre considerato più importante di tutto e di tutti. Ed è talmente innamorata che ci ha sempre messo tutto l'amore, la passione e lo spirito di sacrificio di cui è stata capace. Fin da quando la palla era piu' grande di lei... E grazie alla sua passione io dopo tutti questi anni dall'inizio della storia sono qui a scrivere, pieno di orgoglio e ammirazione, per quello che è diventata in campo ma soprattutto fuori dal campo, per tutti quelli che ha zittito quando dicevano che non ce l'avrebbe fatta e che ha fatto ricredere, per tutto cio' che ha dimostrato e tutto cio' che sono sicuro continuerà a dimostrare. E' una gran bella storia d'amore, anche se lui non le ha mai comprato delle rose o l'ha mai portata fuori a cena. Ma in fondo, ha fatto infinitamente di più. Ed è una delle più piccole ma più importanti ragioni per cui anch'io, che non gioco, sono maledettamente innamorato di quel pallone.

9.14.2007

Highlights

Highlights

"Cara Pesaro..."

«Buonasera sono Paula Ford, moglie di Alphonso. Mi scuso per non essere con voi, a Pesaro. Mi sarebbe piaciuto tanto. Ringrazio per la possibilità che mi viene offerta in questa occasione per rivolgere a tutti voi, gentili amici, cari tifosi, il più sincero e sentito grazie. Grazie per quello che avete dimostrato nei confronti della nostra famiglia nel ricordo di Alphonso. I sentimenti che avete trasmesso a me ed ai miei figli ci hanno aiutato, e ci aiutano, a superare la perdita di Alphonso e sono la dimostrazione che non lo avete dimenticato. Sono commossa. Siete dei tifosi speciali. Conservo tutte le vostre lettere, tutte le email che mi avete spedito. Di lui ricordate la bontà, la sincerità, la professionalità, l'allegria e la sincerità. Vi abbraccio tutti».

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9.13.2007

L'istinto

Un vecchio saggio una volta disse: "Puoi avere tutto nella vita se sacrifichi tutto per quella cosa".

"Secondo te che cosa intende?"
"Beh... Quello che intendeva dire, è che ogni cosa ha un prezzo... non solo in denaro. E' un po' una metafora della guerra. Prima di affrontare una battaglia è meglio decidere quanto si è disposti a perdere. Ma è lo stesso nelle cose di tutti i giorni. Sai, molto spesso fare quello che ti fa star bene non significa fare ciò che è giusto. E aprirsi a qualcuno significa abbattere i muri che hai costruito per tutta la vita."

"Si, parla dei sacrifici. Di quello che ci costa fare qualcosa, se siamo disposti a farlo oppure no, se ne vale la pena insomma..."
"In parte si, ovviamente i sacrifici più duri sono quelli che ci piombano addosso all'improvviso. Quando questo accade, quando è la battaglia a scegliere noi e non viceversa, allora il sacrificio diventa più grande di quanto riusciamo a sopportare."

"Eh si, è questo il difficile. Io penso che spesso perdiamo molte energie per delle cose che non hanno senso e non ci accorgiamo invece di quanto ci serva in realtà, almeno fino a quando ci viene a mancare. E il difficile è capire esattamente che cosa ci manca, e trovare quello. E' quello per cui vale la pena fare dei sacrifici, ma poi col tempo le nostre esigenze cambiano. E ci sembra di avere perso tempo per cose inutili, ma che magari prima erano indispensabili."
"Vedi, all'essere umano servono molte cose per sentirsi vivo: una famiglia, un lavoro realizzante, l'amore, il sesso, gli amici, gli hobby, delle soddisfazioni personali. Se ne mencano un paio per un certo periodo si sta bene lo stesso, ci si rifugia nelle altre cose. Ma serve una sola cosa per essere vivi davvero e a cui non possiamo rinunciare: serve un cuore che batte. Quando il nostro cuore è minacciato, quando quello che lo fa battere è minacciato, possiamo reagire in due modi: possiamo fuggire oppure oppure possiamo reagire. Esiste un termine scientifico per questo, combatti o fuggi. E' l'istinto. E' dato dalla necessità di sopravvivere. E noi non possiamo controllarlo, oppure si."

Il successo

"Il successo è pericoloso", disse una volta Picasso.
"Si comincia a copiare se stessi, e copiare se stessi è più pericoloso che copiare gli altri, perché porta alla sterilità".

9.01.2007

Pensiero della sera

Provare a opporsi ai disegni del destino, che prevaricano ogni nostra puerile opposizione, è pura illusione.