9.10.2006

Regalo di Natale


di Pupi Avati
E' la notte di Natale, di certo non la notte ideale da passare con gli amici a giocare a poker, ma i vizi sono vizi ed è bello soddisfarli di nascosto e così Ugo (Gianni Cavina) coinvolge con la scusa di una rimpatriata i suoi amici più stretti in un piano che in realtà studia da mesi. Per salvare la sua situazione economica pressoché disperata si farà aiutare dai suoi amici di sempre Lele (Alessandro Haber) e Stefano (George Eastman) a ripulire le tasche dell'avvocato Santelia (Carlo Delle Piane), giocatore incallito molto ricco che si dice non sappia resistere alle tentazione di giocare pesante anche quando non è il momento. Per fare tutto questo, però, ha assolutamente bisogno di Franco (Diego Abatantuono), il suo migliore amico di gioventù, giocatore abilissimo che però non gli parla più dal giorno in cui scoprì una relazione dell'amico con sua moglie. Con la collaborazione di Lele, alla fine anche lui deciderà di unirsi al gruppo, non proprio con l'intento di mettere una pietra sul passato, anzi forse per prendersi una rivincita. E forse non sarà il solo...
Il film si apre con una voce fuori campo che in prosa racconta la storia di Ugo e Franco accompagnato da uno splendido sottofondo musicale di pianoforte e da immagini in bianco e nero di gioventù dei due attori (Cavina e Abatantuono). Un preludio estremamente romantico per un film amaro e sprezzante che lascia addosso una sensazione di estrema crudeltà, quasi di incredulità, la stessa che compare sul volto di alcuni dei protagonisti alla fine del film. Un cast di attori straordinari, su tutti Abatantuono alle prese con il suo primo ruolo serio, ma forse il suo look era all'epoca ancora troppo riconducibile al "Ras del Quartiere" e l'associazione di idee in certi momenti ha reso difficile trattenere la risata. Carlo Delle Piane è spiazzante ed imperturbabile, in una storia che non ha una sbavatura, in cui non c'è una battuta fuori posto ed un'inquadratura che non sia fondamentale per catturare la tensione che si respira al tavolo da gioco. Le riprese sono alternate, a volte dal centro del tavolo a giro sui primi piani ed a volte dall'esterno, da dietro le sagome degli attori, invitando lo spettatore a scrutare le loro carte e a carpire qualche indizio dalle loro espressioni; a volte si fa fatica a credere che non sia una partita vera.
La bellezza del film però sta tutta nella maestria di Avati nel motivare le scelte dei partecipanti 'flashando' i momenti cruciali della partita di poker con numerosi tuffi nel passato, in situazioni e stati d'animo che i protagonisti vivono in quegli attimi di indecisione come spine nel fianco, come per prendere dai brutti ricordi il coraggio per affrontare scelte difficili del presente. Un film che gira talmente intorno ai due protagonisti, alle loro personalità ed alla loro storia che tutto il resto è solo un grottesco contorno. Una partita di poker, questa, che rappresenta per alcuni l'arma di rivalsa attesa per anni nei confronti della vita e delle invidie, forse l'ultima occasione per dimostrare all'altro di essere il migliore, il più furbo, il più spietato. Di certo con "Regalo di Natale" Pupi Avati ha fatto al cinema italiano un bel regalo, ha scoperto il grande talento drammatico di Diego Abatantuono (Nastro d'Argento per Migliore Attore non protagonista nel 1987), ha confermato l'immensa bravura di Carlo Delle Piane in un ruolo difficile ma allo stesso tempo cruciale, tanto quanto gli altri due e per il quale ha vinto il Premio per il Migliore Attore al Festival di Venezia nel 1986. Le immagini finali del film vi resteranno nel cuore, soprattutto a coloro che dall'amore e dall'amicizia hanno spesso avuto delle grandi delusioni.
E' sempre più facile distruggere che costruire, specialmente quando si tratta della fiducia nelle persone che ami.