12.06.2007

Marco Benzi


Marco Benzi.
Già, Marco Benzi.
Quanto l'ho odiato, sportivamente parlando.
Oggi mi viene ancora in mente quel dannato canestro parlando di Marco Benzi. L'ultima volta che vidi suo fratello Matteo, ormai due anni fa, gli chiesi: "Come sta Marco?" "Bene, dice che fa l'ultimo anno in serie C poi smette, inizia ad allenare i ragazzini." In realtà ne ha fatti ancora due di anni, ma per uno come Marco Benzi non deve essere facile uscire per sempre dal campo. Quando oggi mi hanno parlato ancora di lui mi è rivenuta subito in mente quella sera di tanti anni fa. Palazzetto dello Sport di Argenta, provincia di Ferrara. Finale per salire in Serie B1. Gara 3. In gara 1, ad Argenta, Marco Benzi temutissimo tiratore ci fa un culo grosso come una casa. In gara 2 gioca molto bene, ma da noi non vince nessuno da più di un anno, si torna ad Argenta per la bella. Ricordo un viaggio in pullman carico di nervosismo, ricordo all'arrivo ad Argenta la gente che ci guarda male, qualcuno urla anche qualcosa di incomprensibile. Per molti di noi è la partita più importante mai disputata. Pure io che non giocherò sono teso come non mai. Le ore prima del match non passano mai, poi finalmente si gioca. Partiamo male, ancora, e sembra la fotocopia di gara 1, ma poi si risale da meno 20 e si va punto a punto. E Marco Benzi, giovane talento da poco allontantosi dalla sua Rimini dove non trovava spazio in Serie A per fare il protagonista in B, è tenuto sapientemente a 0 punti. Arrivano i minuti finali, sprechiamo come dei polli 7 punti di vantaggio a un minuto e mezzo dalla fine e ci si trova più 1 a circa 20 secondi. Eccolo li, su uno scarico si fa trovare pronto lui, Marco Benzi, fino ad allora 0 punti segnati. Ma quel tiro cambia la storia. Vince Argenta. Una delusione pazzesca per noi, festa sfrenata per loro. Segnati a lungo. Tenuto a secco per 39 minuti e mezzo, ha vinto la partita. Come fanno i veri campioni, nel momento decisivo.
Anche l’ultimo canestro Marco Benzi l’ha segnato in modo originale. Nel suo Palazzetto. Uno dei tanti in cui ha riversato triple, assist, voglia di vincere e stupire. Lo ha segnato con sopra corone di fiori, e attorno una marea commossa, quasi rapita nell’ultimo saluto a un ragazzo di 34 anni strappato troppo presto a una vita tutta da vivere.
Lo ha segnato negli occhi e nei cuori di chi ha voluto ricordarlo così, con una cerimonia spartana ma di notevole impatto, in un Palazzetto listato a lutto e straripante di lacrime, raccolto attorno a chi ha dato tantissimo alla pallacanestro, in ogni senso.
Duemila anime, molteplici presenze dal mondo del basket che per lui era più di uno sport. Motivo di aggregazione, di felicità, di allegria, scelta di vita, se da poco aveva intrapreso la carriera di allenatore, proprio in questo campo e con la voglia matta di insegnare sport ai più giovani.
Erano presenti proprio in tanti. Uomini di sport ma non solo, perché l’ultimo canestro è per uomini e basta, amici e semplici conoscenti che hanno voluto rendere omaggio alla grandezza di “un ragazzo che dopo la pallacanestro stava cercando di reinventarsi, di rimettersi in gioco assieme a tutta la sua famiglia”.
Un pensiero a stento trattenuto dal groppo in gola, “Marco c’è e ci sarà sempre”. Ci sarà anche la sua memoria nella lotta infinita per sconfiggere quello che gli era stato riscontrato, un "problema" alla testa, che però si riteneva fosse di natura benigna. Al momento dell'intervento chirurgico s'è scoperto che le cose non stavano, purtroppo, così. Anzi, proprio in occasione di quella "ricognizione" sorsero ben più gravi complicazioni, e proprio sotto gli occhi affranti e disperati del padre, che in quanto medico assisteva all'intervento di un collega. Marco ci sarà nel cuore della moglie Arianna, del figlio Giacomo, appena 3 anni e un futuro da scrivere. Quel futuro spezzato a chi lascia in eredità valori da tenere stretti, altruismo, famiglia, serenità, forza d’animo.
L’ultimo canestro prende forma anche dopo, nel tragitto che da Santarcangelo porta Marco al cimitero di Rimini, dove tutto finisce nel freddo di un autunno appena cominciato.
L’ultimo canestro l’ha segnato per davvero, ancora una volta, ancora più forte, mentre l’ultimo saluto abbraccia Marco Benzi, campione dentro e fuori quei 24 metri messi li apposta per non dimenticarlo mai.

1 Comments:

At 11:32 PM, Anonymous Anonimo said...

non riesco a ricordarmi quante serate ho speso leggendo i tuoi interventi.. non riesco nemmeno a ricordarmi cos'ho esattamente provato quand'ho trovato questo blog cercando il nome di mio cugino..

ogni tanto torno qui e rileggo il tuo intervento per sentire addosso più presenza e meno mancanza.. torno qui quando ci sono serate più vuote delle altre, quelle che capitano ogni tanto più o meno a tutti.

mi piace la maniera silenziosa in cui urli per te stesso.
mi piace pensare che ogni cosa vada fatta per un motivo e per sentirsi bene.
penso che ti piaccia sapere che qualche volta hai fatto stare bene anche me.. e mi piace pensare che oltre a me hai fatto stare bene anche qualche altra persona.

quando muore qualcuno la gente ti dice tante cose sentimentali e impegnative.. quando è morto marco e l'ho detto ad un mio amico, l'unica cosa che mi ha risposto è stata: "raccontami qualche cazzata che ti ricordi di lui". sapere che tuo cugino è morto ma avere in mente l'immagine di quando a tavolta (con tutti i parenti) ha preso una mela di nascosto, l'ha tagliata in 4 e ricomposta senza che si vedesse niente e poi, agitando un po' le mani e dicendo cose a caso ha dato una botta al tavolo e come per magia la mela si è divisa in 4 parti, lasciando basiti e divertiti anche il nonno e la nonna, è un'altra cosa. sciocco e superficiale come pensiero, ma dopo che tutti ti ripetono (te stessa inclusa) tutte cose pesanti e importanti è ciò che ti riesce a far dormire facendoti venire la voglia di svegliarti il giorno dopo e andare a fare un giro al mare con una persona importante, perchè la vita è per i vivi e tu lo sei.

"Che Dio mi conceda la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare,
e la saggezza di distinguere tra le due."

c'è più in queste righe di blog che in tante altre cose.
grazie per queste notti.
http://www.youtube.com/watch?v=FUT6ra5l_5k

 

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