6.08.2007

"Bodiroga la mia droga"

...dominata... Roma è stata dominata. Senza più forze fisiche e mentali, stanca, sfortunata, rassegnata, sfiduciata. La sconfitta al terzo supplementare di gara 3 aveva virtualmente chiuso la serie. Siena è costantemente sul più 20, senza fare fatica, con in campo le seconde linee. L'ultimo quarto è inutile, solo Bodiroga al cospetto dei suoi 34 anni corre e lotta come un leone, sembra un ragazzino nei minuti di garbage time. Sembrerebbe perfino buffo, se non sapessimo chi è e che cosa ha vinto in 15 anni di carriera: 1 campionato italiano, 1 Coppa Italia, 3 Campionati greci, 2 Campionati spagnoli, 3 Eurolega, 1 Coppa Europa, 2 Campionati del mondo (1998 e 2002), 3 Campionati europei (1995-1997-2001), Argento alle Olimpiadi del 1996, bronzo agli Europei del 1999. Chapeau. Corre ancora Dejan , corre dietro a un ragazzo più giovane e veloce di lui, pressa, si sbatte e recupera un pallone. Mancano 3 minuti alla fine della partita, Roma è sotto di 20, basterebbe far scorrere il cronometro in fretta, porre fine a una stagione positiva e andare veloci sotto la doccia che questa sera è chiaro che non c'è gloria. Invece Dejan morde ancora e recupera il pallone, il PalaEur si apre in un applauso fragoroso, Repesa guarda negli occhi il ragazzone di Zrenyanin e lo richiama in panchina. Ci sono momenti di sport che entrano "dentro", danno i brividi, toccano le corde delle emozioni e mentre li vivi ti rendi conti che non te li scorderai mai. Dejan urla la sua rabbia prima di salutare il pubblico, il "suo" pubblico che lo acclama come un Re. I 10.000 del PalaEur si sono alzati in piedi come molle e hanno cominciato a scandire il loro canto per Bodiroga, numero 10 della Virtus Roma. Un canto che è proseguito per lunghi minuti, senza interrompersi. Avevo la pelle d'oca. Dejan si è seduto in panchina, l'adrenalina gli ha giocato un brutto scherzo e si è nascosto la testa dentro la maglia per nascondere le lacrime. Poi si è fatto forza, si è mostrato con orgoglio anche in un momento di fragilità e ha ringraziato i suoi tifosi. Per l'ultima volta. I secondi sembravano non passare mai, la gente si coccolava così il suo figlio adorato che voleva salutarli riportando dopo anni lo scudetto a Roma. Neanche il fischio finale ha interrotto l’emozione, le lacrime, l’abbraccio tra Bodiroga e la sua gente, in un gesto puro e sincero che appartiene solo agli innamorati. Non c'è niente da fare: lo sport, quello fatto da uomini che sono anche Campioni, sa regalare poesia come poche cose nella vita. Grazie Dejan, possiamo solo ringraziarti, e ora ci sogneremo il tuo "Bodiroga move", quella finta che spezzo spiazzava pure il cameraman...