5.31.2007

Un punto...

Un po' mi viene da vomitare, non è una situazione proprio patologica, è solo un po' di nausea, cioè, capitemi, è solo un po' di vomito per quello che vedo, sento, percepisco, vivo.
Non lo chiamerei il male di vivere, ma un po' di nausea di vivere, semplicemente quello. Come quando si perde una partita di un punto.
Forse non è facile da capire, ma è solo perché non avete mai giocato una partita o perché fate parte di quella categoria di persone che le partite di un punto le vincono sempre.
Ma quando si perde di uno è una sofferenza atroce. Si prova un po' di nausea, non è proprio male di vivere, è un po' di nausea di vivere, un po' di voglia di vomitare o di fare a botte con il primo che capita, o con il secondo se il primo è troppo grosso. E’ una grossa delusione.
Un po' come guardare in televisione la notte, al buio, un vecchio film che ci piaceva tanto e scoprire che non ci fa più ridere, o che non è poi così bello come credevamo, o ritrovare le foto di una vecchia fidanzata e cominciare a pensare un po' alla volta che non era così bella o così interessante come ci era sembrata. Ecco, è la sensazione di aver perso del tempo, un pezzo di vita. Che poi è un po’ come perdere di un punto, hai creduto di poter vincere fino all’ultimo secondo, ma quella maledetta palla ti ha punito e tutto quello che poteva essere paradiso è inferno, e invece di gioire ci viene da bestemmiare. E chissà cosa sarebbe cambiato se avessimo vinto. E quando vinci, se vinci di uno o di venti, cambia poco…